Asia, il silenzio dopo la speranza. E l'amore più grande di una madre

C'è un dolore che non ha parole, che si incolla addosso e cambia per sempre il suono delle giornate. È quello che sta vivendo Tamara Casti, madre di Asia Loddo, la ragazza di sedici anni morta dopo quattro giorni di agonia in seguito a un incidente in scooter a Is Pontis Paris, alle porte di Cagliari. Un dolore che ha deciso di affidare ai social, nel tentativo di non lasciarlo esplodere da sola, ma anche di condividere la forza con cui, insieme alla sua famiglia, ha compiuto un gesto di amore assoluto: la donazione degli organi di sua figlia.

«Un pezzo del mio cuore è volato via con te, angelo mio». Sono parole scritte in un post che toglie il respiro, che restituisce tutta l'infinita frattura tra il prima e il dopo. Prima, Asia, la sua voce, la sua presenza. Dopo, un’assenza che pesa come il cielo intero. Ma anche un’umanità che resiste, che si rialza nel segno della solidarietà, nella volontà di salvare altre vite.

Asia aveva sedici anni. Era in sella a uno scooter con un’amica diciottenne quando, per cause ancora in corso di accertamento, il mezzo è finito rovinosamente sull’asfalto. L’amica si è salvata, lei invece non si è mai più svegliata. I medici del Brotzu hanno fatto il possibile, ma la speranza si è assottigliata di ora in ora, fino a spegnersi.

Eppure, nel momento più straziante, la famiglia ha compiuto una scelta che parla di coraggio e dignità: Asia ha donato gli organi. Un gesto che non restituisce ciò che è stato perduto, ma lo moltiplica. Una parte di lei continuerà a vivere, a respirare, a dare forza. Un’eredità silenziosa che dice molto di chi era, e di chi l’ha amata.

Tamara, nel suo sfogo pubblico, ha voluto ringraziare chi le è stato vicino, chi ha mandato un messaggio, chi ha semplicemente stretto la sua mano: «Grazie a chi mi sta accanto, a chi mi sostiene per darle l’ultimo saluto». Quel saluto, carico di lacrime e gratitudine, ci sarà domani nella chiesa di Sant’Antonio, a Quartu, la città dove Asia abitava. Sarà lì che amici, compagni, parenti e semplici cittadini porteranno un fiore, una parola sussurrata, una carezza nel vento.

Asia se n’è andata così, troppo presto. Ma se l’addio è un urlo, il suo ricordo sarà un’eco gentile. Una ragazza con tutta la vita davanti, un angelo che – come scrive sua madre – “farà ballare gli altri anche in Paradiso”. E un esempio, il suo, che resta inciso nella carne viva della comunità. Perché certe vite, pur brevi, non smettono mai di toccare le altre.

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