Soccorsi in montagna e in grotta: nel 2024 oltre 12mila missioni in Italia, 164 in Sardegna. Ma resta alto il numero delle vittime

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha reso noti i dati ufficiali dell’attività 2024. A livello nazionale, il bilancio parla di 12.063 missioni e 11.789 persone soccorse, un dato che conferma la costante pressione su uno dei servizi più specializzati e delicati del sistema di emergenza italiano. In Sardegna, il Soccorso Alpino e Speleologico Sardo (S.A.S.S.) ha effettuato 164 missioni, per un totale di 167 persone soccorse, spesso in stretta collaborazione con il servizio di elisoccorso regionale HEMS.

Dei 164 interventi registrati nell’isola, 117 si sono svolti in ambiente impervio, con supporto di tecnici elitrasportati, mentre 2.196 sono state le missioni HEMS in cui i tecnici CNSAS hanno operato come parte integrante dell’equipaggio sanitario. L’impegno è stato garantito da 241 operatori, distribuiti tra le stazioni alpine e speleologiche delle sei province, con oltre 8.700 ore/uomo e 905 giornate/uomo impiegate nel solo 2024.

Le cadute si confermano la principale causa di intervento in Sardegna (45,5%), seguite da malori (12%), scivolate (10,2%), perdita di orientamento (6,6%) e caduta di sassi (3%). Da segnalare anche casi di sfinimento, cedimento di appigli e situazioni classificate come “altro” (15,5%).

L’escursionismo rappresenta quasi la metà dei casi (47,3%), seguito dalla caccia (9,6%), da arrampicata e alpinismo (6%) e da attività minori come ferrate, mountain bike, torrentismo e speleologia. Il dato evidenzia come molte emergenze avvengano nel tempo libero, ma anche in contesti di esperienza, dove la sottovalutazione del rischio può essere fatale.

Il profilo della persona soccorsa è coerente con il dato nazionale: uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, con una significativa componente over 60. Nel 2024, il 67,7% delle persone soccorse erano uomini, contro il 32,3% di donne. L’80% era di nazionalità italiana, con presenze minori da Germania, Francia, Austria e altri Paesi europei.

Il picco degli interventi si è avuto nei mesi estivi: agosto (25 casi), seguito da luglio (21) e giugno (20). Le province più interessate sono state Sassari e Ogliastra (36 interventi ciascuna), seguite da Sud Sardegna (33), Cagliari (23), Nuoro (25) e Oristano (11). Il S.A.S.S. non si limita ai soccorsi. Nel 2024 sono state realizzate 186 attività formative e addestrative, dalle discipline alpine alla speleologia, fino all’elisoccorso e alle unità cinofile. Tutto questo per garantire standard elevati e aggiornati, fondamentali in scenari complessi e spesso estremi. I dati confermano la necessità di rafforzare la cultura della prevenzione nelle attività all’aria aperta. Cadute, malori e disorientamento restano le principali insidie, ma anche un imprevisto può diventare fatale senza l’equipaggiamento e la preparazione adeguata. In Sardegna come nel resto d’Italia, il CNSAS continua a rappresentare una presenza silenziosa ma essenziale, pronta a intervenire dove nessun altro può arrivare.

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