Un processo che si snoda tra tragedia familiare e rivelazioni inaspettate ha tenuto banco oggi in Corte d'Assise a Sassari. Al centro della scena, Fulvio Baule, 41enne di Ploaghe, accusato dell'omicidio dei suoceri Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, e del tentato omicidio della moglie Ilaria Saladdino, avvenuto il 26 febbraio 2022 a Porto Torres.
Durante l'udienza, con la Corte presieduta dal giudice Massimo Zaniboni e a latere Valentina Nuvoli, Baule ha sorpreso tutti con una dichiarazione spontanea: "Mia moglie non si sentiva in pericolo, controllava la videosorveglianza perché voleva sapere cosa facevo io, cosa prendevo da casa". Questa affermazione getta una luce diversa sulle dinamiche familiari, apparentemente tranquille fino al tragico epilogo.
L'imputato, assistito dall'avvocato difensore Nicola Lucchi, ha sottolineato come l'impianto di videosorveglianza fosse sempre stato attivo, e che l'intenzione della moglie fosse quella di monitorare le sue mosse, non per paura, ma per interesse personale. "Cosa avevo portato via", ha proseguito Baule, spiegando di aver prelevato dalla casa i regali di battesimo dei figli, dopo essersi accorto che la moglie aveva preso alcuni suoi documenti.
In aula sono emerse anche le testimonianze dei comandanti dei Carabinieri di Ploaghe e Codrongianos, intervenuti in precedenza per una segnalazione di violenza domestica.
Nonostante le tensioni, nessuno dei testimoni, tra cui la dirigente dei Servizi sociali del Comune di Ploaghe e il parroco, ha rilevato situazioni di pericolo imminente all'interno della famiglia Baule.
Il processo, che vede Baule fronteggiare accuse gravissime, è stato aggiornato al 9 gennaio 2024 per le deposizioni degli ultimi testi della difesa. Questo caso mette in luce le complessità e i lati oscuri delle dinamiche familiari, e solleva interrogativi su come una situazione apparentemente sotto controllo possa degenerare in un finale tanto tragico e violento.