Forche Caudine: nelle amministrative di Roma ci sono anche 40 sardi candidati

Il gruppo più nutrito è quello dei campani, seguito da calabresi e pugliesi

  La più giovane si chiama Sara Loi, ha 29 anni, è cagliaritana e corre per il I e il XIV Municipio. Il meno giovane è Alessandro Rolando De Toni, è nato ad Olbia, ha 76 anni e corre per l'Xi e il XII Municipio. Sono soltanto due dei quaranta sardi impegnati nelle elezioni amministrative nella Capitale. Otto corrono per il Campidoglio, gli altri per uno o due dei quindici municipi di Roma. Per il Campidoglio, il candidato sardo più giovane è Riccardo Succu di Cagliari, che ha 31 anni. Il meno giovane è Giovanni Cocco di Calasetta, 61 anni. Per il Comune di Roma e per i suoi quindici Municipi corrono candidati nati in tutte le regioni italiane, ad esclusione della Valle d’Aosta. Dominano i meridionali, quasi mille in tutto: il gruppo più nutrito è quello dei 340 campani (110 per il Comune, 230 per i Municipi), seguito da 216 calabresi (62 per il Campidoglio e 154 per i Municipi) e 183 pugliesi (40 e 143). Quindi 126 siciliani (37 e 89), 52 lucani (10 per il Campidoglio) e 16 molisani. Particolarmente presenti anche gli abruzzesi: sono 97 tra Comune e Municipi. I sardi, appunto, sono 40.

   Ad effettuare il mini-censimento, estrapolando i dati, è stata l’associazione culturale “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma, che pubblica le schede riferite a tutte le regioni sul proprio sito (www.forchecaudine.com). Per le altre regioni, 94 sono coloro che sono nati in Lombardia, 82 toscani, 49 emiliano-romagnoli, 40 veneti, 39 marchigiani, 39 umbri, 33 liguri e 22 friulani. Infine quattro in rappresentanza del Trentino-Alto Adige. Tanti anche coloro che sono nati nelle quattro province laziali, ad esclusione di Roma: ben 66 soltanto per il Campidoglio, di cui 25 della provincia di Frosinone, 22 di Latina, 11 di Viterbo e otto di Rieti. Infine in netta crescita, rispetto alle precedenti amministrative, coloro che sono nati all’estero: sono oltre trecento, con i romeni quale gruppo più numeroso. “Un quadro che rispecchia le dinamiche sociali in atto nella capitale e, in fondo, in tutta Italia – commenta Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione culturale.

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