Oristano: il Festival dello Sviluppo Sostenibile “Immagina” apre con la Biennale della Cooperazione. Incontri, cultura e concerti per costruire il domani

Oristano torna a interrogarsi sul futuro. Da mercoledì 25 a sabato 28 giugno 2025, la città accoglie la quarta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, intitolata emblematicamente “IMMAGINA – Perché domani”. Una formula che non è uno slogan, ma una chiamata alla responsabilità collettiva in un tempo in cui la sostenibilità non è più un'opzione, ma un'urgenza.

A promuovere l’iniziativa sono Legacoop e Dromos, con il supporto di CRU, ASVIS, Forum Disuguaglianze e Diversità e Consorzio UNO, e il patrocinio di Regione, Provincia e Comune di Oristano. Al centro della manifestazione, ospitata principalmente nel Chiostro del Carmine, un ricco calendario che alterna incontri pubblici, tavole rotonde, laboratori, presentazioni editoriali e concerti – tra cui quelli della cantautrice Giulia Mei e di Francesco Renga in Piazza Duomo.

La giornata inaugurale si apre con un evento di portata nazionale: la tappa sarda della Biennale dell’Economia Cooperativa, in vista dell’edizione 2026 che celebrerà i 140 anni dalla nascita di Legacoop. Sotto il tema Cooperare per un Mezzogiorno sostenibile, l’evento ha raccolto esponenti del mondo accademico, della cooperazione, delle istituzioni e della politica. Tra i relatori: Simone Gamberini, Matteo Lorito, Fabrizio Barca, Luca Bianchi, Desirè Manca, Piero Comandini, Fabrizio Pilo e Luigi Sbarra.

Il focus è chiaro: rimettere al centro le diseguaglianze territoriali e rafforzare le politiche pubbliche orientate alla coesione, alla partecipazione e al protagonismo dei territori marginali. Alle parole di apertura di Francesco Asquer e del sindaco Massimiliano Sanna, hanno fatto seguito approfondimenti sull’Europa a due velocità, sulle difficoltà del Mezzogiorno e sulla “restanza”, ovvero la scelta dei giovani di non emigrare ma di costruire il proprio futuro nei territori d’origine.

Nel pomeriggio, spazio alla produzione cooperativa con un incontro su filiere e dimensioni aziendali, seguito da una tavola rotonda sui nuovi strumenti finanziari per lo sviluppo sostenibile. Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna, ha concluso la giornata sottolineando come la cooperazione non sia solo un modello economico, ma un progetto culturale di comunità.

Giovedì 26, il festival cambia registro e guarda al rapporto tra tecnologia e società. Al centro, l’intelligenza artificiale e le sue implicazioni etiche e sociali, con la presentazione del libro di Vanni Rinaldi Intelligenza artificiale e sociale. Tra i relatori, Pierluigi Stefanini, Renato Soru e Piero Ingrosso. In parallelo, si è riflettuto sulla cultura come leva di emancipazione e rigenerazione sociale, con una lectio magistralis della giornalista Francesca Schianchi.

Nel pomeriggio, una tavola rotonda sulle rigenerazioni culturali ha dato voce a esperienze esemplari: dalla cooperazione carceraria di Cotti in fragranza al turismo etico di Addiopizzo Travel, passando per i progetti archeologici a impatto sociale di Impact Archeologia. Giovanna Barni e l’europarlamentare Camilla Laureti hanno chiuso la giornata con una riflessione sui legami tra cultura, inclusione e sviluppo. La sera, Giulia Mei ha incantato Piazza Duomo con un concerto di forte intensità lirica e narrativa.

Il terzo giorno, venerdì 27, è dedicato ai giovani. Si parte con un laboratorio partecipato su cooperazione e cambiamento, promosso da Generazioni Legacoop. A seguire, la presentazione del libro Non facciamo del bene di Andrea Morniroli e Gea Scancarello, che interroga il senso profondo del lavoro sociale.

Due le tavole rotonde: una sul diritto all’abitare, con il contributo di esponenti del mondo universitario, studentesco e cooperativo; l’altra sul tempo di lavoro e di vita, con sindacati, amministratori e associazioni giovanili. La riflessione si è estesa fino alla sera, con lo spettacolo teatrale Antropocene e l’eco dal futuro, a cura degli studenti del Liceo Motzo di Quartu Sant’Elena. In chiusura, il concerto di Francesco Renga, che ha portato sul palco i suoi successi in una serata già sold out.

Sabato 28, la chiusura del festival è affidata a un tema tanto delicato quanto essenziale: l’inclusione delle persone con disabilità. Nel pomeriggio va in scena Diversi Noi, esito scenico del progetto europeo SDIT a cura di Rita Atzeri. Subito dopo, la tavola rotonda Persone con disabilità e progetti di vita, moderata da Andrea Pianu, ha messo a confronto esperienze e visioni per promuovere l’autonomia, l’inclusione lavorativa e l’accesso ai servizi. Tra gli interventi, quelli di Massimo Ascari, Pierangelo Cappai, Donatella Petretto, Marilena Laconi e Sarah Russotti.

“Immagina – Perché domani” non è solo il titolo di un festival. È una dichiarazione d’intenti. In un tempo attraversato da crisi e transizioni, Oristano si è fatta laboratorio di idee e pratiche, spazio di dialogo e costruzione. Dove il futuro si pensa, si discute, si suona. E si comincia a costruire insieme.

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