In una sala gremita di volti attenti e speranzosi, a Cagliari, il candidato della Coalizione sarda, Renato Soru, ha gettato luce sulle ombre di un sistema regionale che pare ormai un vecchio meccanismo arrugginito. "La macchina regionale è bloccata", ha esordito Soru, delineando un quadro dove l'organizzazione, gli strumenti e il personale sembrano fossilizzati in un tempo che non c'è più.
Durante l'incontro, organizzato da Antonio Ara, si è ascoltato il respiito profondo di una burocrazia che annaspa. "Dalle vostre parole emerge il vuoto", ha detto Soru, parlando di un'amministrazione che vive in una sorta di limbo, tra l'impegno dei dipendenti e la frustrazione per una politica troppo invadente.
Soru ha poi puntato il dito verso una struttura organizzativa obsoleta: "Dodici assessorati figli di un'altra epoca", ha commentato, sottolineando la necessità di riforme radicali che snelliscano e modernizzino il sistema.
La legge sull'organizzazione della Regione, secondo il candidato, necessita di un aggiornamento urgente per riflettere la realtà lavorativa odierna.
Il tema dell'inefficienza digitale è stato un altro punto focale dell'intervento. "Il sito della Regione è tornato indietro", ha lamentato Soru, evidenziando come le risorse investite nell'informatica sembrino evaporate in un mare di inefficacia.
Riguardo ai concorsi, Soru ha espresso un pensiero critico sulla loro attuale gestione, paragonandoli a una "lotteria", e sottolineando la necessità di un sistema che valorizzi le competenze e l'adattabilità al servizio pubblico.
In chiusura, Soru ha delineato la sua visione di una pubblica amministrazione non solo come entità verificatrice e sanzionatrice, ma come un organismo che lavora in armonia, accogliente e consulente, per il crescimento della comunità.
L'agenda elettorale del 3 febbraio vede Soru impegnato in una serie di incontri con i cittadini e altri candidati, testimoniando la sua determinazione nel portare avanti questo messaggio di rinnovamento.
In sintesi, il discorso di Soru è stato un chiaro invito a guardare al futuro con occhi nuovi, a osare riforme audaci per un sistema che non può più permettersi di rimanere ancorato al passato.