Un uomo di 37 anni, originario della provincia di Caserta, è stato fermato ad Alghero con l’accusa di concorso in estorsione aggravata e tentata truffa aggravata ai danni di persone anziane, nell’ambito di un’indagine coordinata dai Carabinieri delle province di Oristano e Nuoro.
Il provvedimento riguarda due episodi avvenuti lo scorso 15 dicembre a Nureci e Samugheo, entrambi riconducibili alla tecnica del cosiddetto “finto carabiniere”, un raggiro ormai noto che fa leva sulla paura e sulla fragilità delle vittime.
Nel primo caso, a Nureci, una donna anziana era stata contattata telefonicamente da un uomo che si era presentato come un maresciallo dei Carabinieri. Le era stato riferito che la sorella era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale con l’investimento di una donna incinta e che, per evitare conseguenze penali, sarebbe stato necessario consegnare una somma di 16mila euro a un presunto incaricato. La truffa non si è concretizzata grazie all’arrivo tempestivo di una pattuglia reale dei Carabinieri, che ha messo in fuga i malviventi.
Diversa la sorte dell’episodio avvenuto a Samugheo, dove un anziano è stato convinto, sempre telefonicamente, di dover subire una perquisizione domiciliare perché ritenuto coinvolto in una rapina. Con il pretesto di una comparazione dei beni, la vittima ha consegnato monili in oro e contanti per un valore complessivo di circa 12mila euro a uno sconosciuto che si è poi dileguato.
Le indagini, avviate immediatamente dopo le denunce, hanno portato all’identificazione dei presunti responsabili e a un’attività di osservazione e pedinamento culminata nella notte con l’intervento ad Alghero, all’interno di una struttura ricettiva. L’uomo fermato è stato accompagnato in caserma per le formalità di rito e successivamente trasferito alla Casa di reclusione di Bancali. Per un presunto complice, denunciato a piede libero, è stata avanzata anche la proposta di foglio di via obbligatorio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le intimidazioni utilizzate nei confronti delle vittime miravano a creare un forte stato di soggezione psicologica, sfruttando la credibilità dell’Arma per indurre alla consegna di denaro e beni preziosi, facendo leva su reati inesistenti e su presunte urgenze giudiziarie.
L’operazione, spiegano i Carabinieri, si inserisce in un più ampio contesto di contrasto a un fenomeno che continua a destare particolare preoccupazione per il livello di organizzazione e per la vulnerabilità delle persone colpite. Le indagini restano aperte per chiarire eventuali ulteriori legami criminali e verificare il coinvolgimento del fermato in altri episodi analoghi.
Il Comando provinciale rinnova l’invito, soprattutto alle persone anziane e ai loro familiari, a diffidare da qualsiasi richiesta di denaro o beni avanzata telefonicamente da presunti appartenenti alle forze dell’ordine e a segnalare immediatamente situazioni sospette al numero di emergenza 112.
Il fermo eseguito è una misura pre-cautelare disposta in fase di indagini preliminari. Le persone coinvolte sono da considerarsi presunte innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.