Nurra, l’acqua manca: salta il piano irriguo, monta la protesta degli agricoltori

La crisi idrica nella Nurra assume contorni sempre più inquietanti. Da venerdì 13 giugno, centinaia di ettari nelle campagne di La Crucca, Bancali e Tanca Farrà, nell’agro di Alghero, sono rimasti improvvisamente senz’acqua. Senza preavviso, senza spiegazioni. Gli agricoltori, legati da un calendario irriguo siglato appena un mese fa, si sono ritrovati con i campi assetati in piena estate e raccolti ormai compromessi. Per molte aziende agricole, la stagione produttiva rischia di andare interamente perduta.

Sul banco degli imputati il Consorzio di Bonifica della Nurra, accusato dal Centro Studi Agricoli di aver violato gli accordi e tradito la fiducia di chi lavora la terra. «Nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita agli agricoltori — si legge nella nota — e il silenzio istituzionale è un insulto a chi ogni giorno garantisce la produzione agricola del nostro territorio».

A rendere ancora più fosca la vicenda sono le prime informazioni ufficiose raccolte dal Centro Studi Agricoli. L’acqua contenuta nello sbarramento sul fiume Mannu, in località La Crucca, pari a circa 300 mila metri cubi, sarebbe stata in parte utilizzata da ENAS o da altri soggetti. Ne sarebbero stati prelevati 200 mila metri cubi, mentre i restanti 100 mila metri cubi sarebbero stati sversati direttamente in mare. Più gravi ancora le voci, al momento non confermate, secondo cui si tratterebbe in parte di reflui fognari provenienti dal Comune di Sassari. «Se questa circostanza venisse accertata — denuncia il Centro Studi Agricoli — saremmo davanti a un fatto di inaudita gravità».

Per il Centro Studi Agricoli si tratta di un fallimento completo del sistema regionale di gestione delle risorse idriche. Un sistema accusato apertamente di incapacità gestionale e di aver abbandonato gli agricoltori, lasciandoli privi di ogni tutela.

La situazione, nelle prossime ore, varcherà la soglia della Prefettura. Il Centro Studi Agricoli annuncia infatti la presentazione di una richiesta urgente di intervento al Prefetto di Sassari, e l’attivazione di un team legale per valutare eventuali responsabilità, non solo a carico del Consorzio di Bonifica, ma anche degli enti regionali competenti. «Vogliamo chiarezza sui rapporti fra gli enti — afferma l’associazione —. Non vorremmo trovarci di fronte a un incomprensibile conflitto fra amministrazioni che finisca per scaricare le conseguenze sugli agricoltori».

La posizione del Centro Studi Agricoli, per bocca del suo presidente Tore Piana, è netta: «Non accettiamo più silenzi, scaricabarile e prese in giro. Se qualcuno ha deciso di condannare gli agricoltori alla morte economica, sappia che noi combatteremo con ogni mezzo lecito per difendere chi lavora e produce. Basta acqua negata. Basta umiliazioni. Chi ha sbagliato deve pagare».

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