Alghero, campo boe a Capo Caccia: Gianni Cherchi (Marine Club) avverte: «Progetto insostenibile per la comunità»

Non si placano le polemiche sul progetto del campo boe previsto nell'Area Marina Protetta di Capo Caccia - Porto Conte, che negli ultimi mesi è diventato terreno di scontro politico e di preoccupazioni economiche. Una discussione accesa, che vede opposti amministrazione e opposizione, associazioni ambientaliste e operatori nautici. La vicenda ha origine nel triennio 2022-2023, quando l'amministrazione di centrodestra approva il progetto inserendolo nel programma triennale delle opere pubbliche del Parco di Porto Conte. Nel settembre del 2024, la Regione Sardegna interviene riducendo il numero delle boe da oltre duecento a centocinquanta e limitando il loro posizionamento vicino alle falesie e alla Baia delle Ninfe. Un piano modificato senza particolari reazioni della politica, ma che ora, alle porte della sua realizzazione, scatena polemiche a catena.

In questo scenario interviene Gianni Cherchi, presidente e fondatore del Marine Club Alghero, associazione nata il 17 settembre 1993 proprio per difendere gli interessi della nautica locale, ricordata anche per aver dato vita negli anni Novanta a una manifestazione internazionale di nuoto di fondo nella Baia delle Ninfe, considerata tra le gare più importanti d'Europa.

Cherchi pone con forza il tema sociale, finora trascurato nel dibattito pubblico, spiegando che «oltre alle questioni politiche ed economiche, c'è un altro aspetto troppo spesso dimenticato: l'impatto sociale. Le decisioni politiche ed economiche hanno un effetto dirompente sulla vita, sulla storia, sulle abitudini e sulla difesa dell'ambiente marino degli algheresi». Sottolinea, quindi, che «le oltre duecento boe previste, diventate "solo" centocinquanta, andranno comunque a deturpare la fotografia e il paesaggio della rada di Alghero e della Baia delle Ninfe, teatro delle straordinarie manifestazioni di nuoto internazionale negli anni '90, limitando alle famiglie la possibilità di godere liberamente delle bellezze naturalistiche presenti in questi luoghi, come il nuotare nelle acque cristalline della Dragunara e del Valmell, riservate ora solo a chi potrà ormeggiare le proprie imbarcazioni».

Cherchi richiama al significato originario del parco naturale: «Abbiamo creato un parco naturale per tutti indistintamente, con regole certe che non limitano la fruizione della collettività». Non manca un'accusa più ampia verso una tendenza generale alla monetizzazione degli spazi pubblici ad Alghero: «È incredibile che in questa città, ormai da anni, si continui sistematicamente a monetizzare tutto a discapito della collettività, basti pensare alla proliferazione dei tavolini nei punti nevralgici del centro storico».

La sua conclusione è un appello accorato alla politica e alla comunità: «Sarebbe opportuno bloccare questa follia che ricadrà sui nostri figli e riutilizzare questi fondi per progetti diversi, che non impediscano ai cittadini algheresi di utilizzare in libertà quanto il buon Dio ci ha dato. Questa problematica così importante deve uscire fuori dai binari dello scontro politico e diventare una lotta comune per il ripristino dei diritti di tutti».

Giovedì 20 marzo 2025, nella V Commissione Consiliare Ambiente, ci sarà un importante confronto con il Parco di Porto Conte per chiarire i margini di manovra rimasti, se esistono, per apportare ulteriori modifiche.

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