Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza, dipingendo un quadro delle finanze pubbliche che non si discosta troppo dalle previsioni autunnali. Con un Pil che rallenta leggermente al +1% per il 2024, il deficit che s'impenna al 4,3% per quest'anno, e un debito pubblico che, pur rimanendo sotto la soglia psicologica del 140%, tende a ingrossarsi fino al 137,8%.
In questo scenario, Giancarlo Giorgetti, sentinella del Tesoro, ammette che il superbonus edilizio ha lasciato un segno indelebile sulle casse statali, con un "impatto devastante" quantificabile in 219 miliardi di euro di crediti legati ai bonus edilizi.
Un macigno che rende il percorso di risanamento finanziario un vero slalom tra necessità di tagli e promesse elettorali da mantenere.
Le acque si agitano all'orizzonte delle future manovre, con l'annuncio di prossimi "tagli di spesa" che già sollevano polveroni di polemiche. Le opposizioni e la Cgil vedono nel Def una "scatola chiusa", mentre il governo si trincera dietro l'etichetta di realismo.
Sotto la lente d'ingrandimento c'è l'impatto del superbonus sul debito pubblico, tema che divide profondamente le acque tra chi vede in esso una zavorra insostenibile e chi, come un osservatore europeo anonimo, invita a non drammatizzare, considerandone l'effetto "limitato nel tempo".
Giorgetti, con lo sguardo fisso sulle prossime scadenze europee e le "istruzioni" attese da Bruxelles, naviga in acque turbolente, cercando di bilanciare il rigore finanziario con le esigenze di crescita.
Tra tagli di spesa annunciati e la conferma del taglio del cuneo fiscale come priorità per il 2025, il Def si rivela un documento di transizione, in attesa di definire un percorso più chiaro verso la sostenibilità finanziaria, sotto l'occhio vigile dell'Europa.
Il tutto in un quadro internazionale e geopolitico definito "complicato", che richiede un delicato equilibrio tra responsabilità fiscale e stimoli alla crescita. Il cammino dell'Italia sul filo del rasoio finanziario continua, tra promesse mantenute e dolorosi compromessi da accettare.