AOU Sassari riferimento per la chirurgia robotica

  L’Aou di Sassari è all’avanguardia nella chirurgia robotica assistita. Sono 203 gli interventi realizzati in un anno con i tre apparecchi acquistati dall’Azienda di viale san Pietro nella seconda metà 2021 ed entrati in funzione nel 2022. Si tratta di due strumenti per la chirurgia ortopedica e di uno per l’attività chirurgica multidisciplinare. 

  I primi due sono finalizzati agli interventi per le protesi di anca e ginocchio, il terzo è destinato alla chirurgia ad alta complessità dell’Urologia, della Ginecologia, della Chirurgia generale, e che prevede un utilizzo futuro anche da parte dell’Otorinolaringoiatria, e della chirurgia Maxillo-facciale. I tre robot sono stati acquistati grazie al finanziamento previsto dalla legge regionale numero 20 del 6 dicembre 2019, che promuove tecniche innovative di chirurgia assistita da robot e l’alta qualificazione del personale dedicato. Con l’arrivo dei tre robot prosegue il processo di investimento in tecnologia e innovazione avviato dall’Aou di Sassari. Un iter che proprio in questi anni ha avuto un forte impulso. Azioni che si inseriscono all’interno di un quadro avviato dalla direzione strategica e volto al miglioramento della gestione del paziente, delle tecnologie a disposizione per la cura dell’utenza, del miglioramento delle strutture quindi alla realizzazione di una nuova piattaforma per le sale operatorie per la loro gestione, quasi completamente informatizzata. «Nel periodo Covid – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio Lorenzo Spano – siamo stati in grado di attivare la chirurgia robotica. E solamente nel primo anno di attività abbiamo fatto oltre 200 interventi, diventando la prima azienda in Sardegna. E forse anche una delle migliori a livello di performance di tutto il centro sud Italia. 

  Continueremo a lavorare per dare una risposta assistenziale di altissimo livello. Questo anche perché la chirurgia robotica rappresenta una nuova e importante attività per la nostra Azienda – prosegue Spano – e dal punto di vista della didattica potrà portare dei notevoli vantaggi. Il dipartimento chirurgico ha dimostrato di concentrare in quest’anno di attività un numero elevato di interventi che vedono l’utilizzo del robot», conclude il manager sassarese. Con i due sistemi di chirurgia robotica assistita, l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari rafforza il suo ruolo di hub ospedaliero universitario e assume un indubbio ruolo di primo piano in questa specialità. Quali i vantaggi? La tecnologia robotica permette di migliorare la precisione e la ripetibilità del gesto chirurgico, con la possibilità di garantire un perfetto posizionamento delle componenti protesiche, garanzia di maggiore durata dell’impianto. I robot chirurgici ortopedici Il Mako (utilizzato al Santissima Annunziata) è un sistema robotico utilizzato in ortopedia per interventi di chirurgia protesica, unico sistema robotico utilizzato in ortopedia per chirurgia protesica di anca e di ginocchio. È composto da un braccio robotico dotato di fresa, un modulo di visione con telecamera a raggi infrarossi utilizzato dal chirurgo per visualizzare l’anatomia del paziente e gli strumenti. Consente, inoltre di visionare le informazioni necessarie per l’esecuzione dell’intervento. Dispone, poi, di un modulo guida dal quale viene gestito il software di pianificazione e simulazione dinamica tridimensionale dell’intervento e di valutazione intra-operatoria. Con il robot Cori (utilizzato nelle stecche bianche) i chirurghi ortopedici potranno intervenire con maggiore accuratezza e precisione nel posizionamento delle protesi del ginocchio, sia mono compartimentali sia totali. Il chirurgo utilizza le informazioni sull'anatomia articolare per determinare la dimensione e la posizione corretta dell'impianto. Quindi crea un piano chirurgico personalizzato, costruito appositamente per le esigenze del paziente. Con il robot viene rimosso fisicamente solo le superfici articolate degenerate, preparando il sito per la protesi prima che questa venga posizionata e impiantata.

  La chirurgia robotica multidisciplinare Il terzo robot per la chirurgia multidisciplinare è il sistema noto anche con il nome "Da Vinci". Arrivato alla quarta generazione, questo robot è considerato una vera e propria evoluzione della chirurgia mininvasiva. È impiegato per il 70 per cento circa negli interventi di Urologia (prostatectomia radicale, ma anche di nefrectomia parziale e radicale e ricostruzione plastica del giunto pieloureterale) quindi negli interventi di chirurgia ginecologica oltre che in quella addominale e toracica. È composto da un macchinario che regge quattro bracci robotici, su ognuno dei quali vengono installati diversi strumenti: dal bisturi alle forbici, da elettrobisturi, per effettuare elettro-cauterizzazioni, a telecamere che consentono al chirurgo una completa visione da una console. Il chirurgo, infatti, non si trova al tavolo operatorio, come avviene con l'operazione a cielo aperto (open) o in laparoscopia, ma a una console, davanti a un pannello di controllo. Qui attraverso due mirini, guarda su un monitor un'immagine tridimensionale (3D) della procedura che sta portando avanti e, nel contempo, manovra i bracci robotici all’interno del corpo umano con dei pedali e due controlli manuali. Al tavolo, comunque, restano sempre un aiuto chirurgo che posiziona i bracci del robot e controlla la procedura, il ferrista e l’anestesista.

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