Tris dell’Inter: il Cagliari dura un tempo e Simone Inzaghi chiude il 2024 con un successo sui rossoblù di Nicola

  Dieci partite, 54 giorni, praticamente due mesi. Tanto ci è voluto per rivedere Lautaro Martinez esultare per un suo gol. Una maledizione lunghissima, per lui atipica, estenuante. Che in un sabato alla “Unipol Domus”, grazie al centro trovato contro il Cagliari, si è finalmente rotta. E a onor del vero, le partite senza gol di Lautaro sono state 8, considerando che l'argentino aveva saltato la sfida di Verona per infortunio e lo stop dopo un quarto d'ora circa contro la Fiorentina. Sta di fatto che, negli ultimi due mesi, Lautaro non aveva graffiato in campionato, in Champions League e nemmeno in coppa Italia. L’Inter congeda il suo 2024 stellato (89 punti nell’anno solare e una partita in meno) con una vittoria rotonda e con la notizia che più aspettava in vista della Supercoppa: tanto tuonò che piovve, è finito l’incantesimo di Lautaro. 

  Il suo gol, tra quello di Bastoni e il rigore di Calhanoglu, ha puntellato il secondo tempo nerazzurro contro un Cagliari troppo friabile, soprattutto davanti: per Nicola è la quarta sconfitta di fila, l’allarme retrocessione è sempre più pesante mentre la “Unipol Domus” ha contestato in maniera feroce. In avvio Simone Inzaghi fa le prove di Supercoppa araba con la migliore formazione possibile, considerata la continua penuria difensiva: a Cagliari era assente anche Darmian, oltre ad Acerbi, e anche per questo Bisseck, in ascesa verticale, ha conservato il suo posto. Dopo tre sconfitte di fila, Davide Nicola dà fiducia ancora a Piccoli al posto di Pavoletti e ridà la porta cagliaritana a Scuffet. Ed è proprio l’ex bambino prodigio dell’Udinese a prendersi la scena nel primo quarto d’ora di assedio interista: due paratone a salvare la baracca, una su destro improvviso e imprevedibile di Thuram e un’altra su piattone secco di Dumfries. Come a voler dire che le sue promesse (tradite) di inizio carriera non erano mal riposte. In più, i Campioni d’Italia aggiungono pure un’altra maxi-occasione divorata, stavolta da Mkhitaryan: un’azione piuttosto confusa manda in porta Barella (fischiato dai suoi concittadini), che salta Scuffet, ma non arriva a calciare, e così scarica per Thuram che, a sua volta, appoggia sull’armeno. Micki è tanto solo quanto stranamente impreciso.

  Il controllo nerazzurro sulla gara è evidente, nonostante un certo intestardirsi per vie centrali, come la maledizione che pare accompagnare Lautaro Martinez fin tutto il primo tempo: il gol che sbaglia su cross tagliente di Calhanoglu, a porta vuota, è un mistero della fede. Non bastasse, l’argentino passa gran parte dei primi 45’ a bisticciare con il centralone rivale Yerry Mina, colombiano sanguigno: storie tese sudamericane, scintile continue, come quando il difensore di Nicola strattona un po’ troppo il gemello di Martinez, Thuram, giusto vicino all’area procurando una punizione pericolosa. Alla fine, il dominio interista non sgorga però in nessuna rete, nonostante continue situazioni di pericolo: da mettere nella lista pure un sinistro volante, dritto per dritto, di Barella. La conseguenza di tanto spreco è che, di volta in volta, l’Inter ha attimi di sbandamento in difesa: se il tridente cagliaritano dietro alla punta, Zortea-Gaetano-Augello, non riesce mai a dare l’innesco, sono i terzini bassi a creare pericoli sui cross. Obert ha un sinistro tagliente come carta vetrata, Zappa trova un pallone per Piccoli che aggira Bisseck, ma non riesce ad impattare. Il secondo tempo inizia con un cambio di Nicola nel cuore della difesa: oltre ad avere i nervi a fiori di pelle, Mina aveva lamentato un dolore al polpaccio e per questo deve lasciare il posto al polacco Wieteska. È un cambio che peserà nell’economia della partita, da quel momento in mezzo mancano i centimetri e la malizia del colombiano. Sarà un caso, ma il risultato cambia già al 53’ e l’Inter sprecona, dopo tante occasioni nitide sparse nel primo tempo, fa centro nel modo più strambo: la zuccata di Bastoni, su palla rimessa dentro da Barella, trova l’altro palo. È un campanile bizzarro su cui Scuffet avrebbe potuto presidiare meglio la trincea. Saltato il tappo, l’Inter naviga nella ricerca del 2-0, anche se trema un attimo quando Nicola aumenta il peso offensivo con due punte pesanti in campo (Marin e Pavoletti rispettivamente per Obert e Gaetano): Sommer è, infatti, costretto a una uscita a valanga su Piccoli, primo vero intervento della serata. Da lì, solo buone notizie per Inzaghi, mentre si fa notte fonda per Nicola: Simone può finalmente esultare perché il suo capitano ha sconfitto la maledizione. Dopo otto partite di digiuno e un altro golletto sbagliato a inizio ripresa, Lautaro si sblocca con il più classico delle reti da centravanti di rapina, su solito cross di Barella. Non un tocco difficile per un fuoriclasse come l’argentino, ma nell’ultimo periodo la nuvoletta nera che l’accompagnava gli aveva fatto sbagliare occasioni perfino più clamorose. Il 3-0 è, invece, un rigore di Calhanoglu che arriva su manata scriteriata di Wieteska nel tentativo di anticipare De Vrij. A questo punto l’Inter può pensare all’Atalanta da sfidare a Riad martedì e può risparmiare le energie preziose di Barella, Dimarco e Thuram e Calhanoglu, tutti sostituiti in momenti diversi. Il Cagliari, invece, finisce sotto la curva che vuole mandare “tutti a lavorare”: per salvarsi servirà molto di più.

Sport

Marco Spissu e la Sardegna che decolla in Spagna
Marco Spissu sta disputando un’ottima stagione nel miglior campionato europeo, quello spagnolo: 10.0 punti di media a partita e 4.6 assist, col 60% da due e il 41% da tre, e il suo Saragozza che è sesto in classifica. Ma uno degli aspetti che sta maggiormente scioccando il suo club non è quello che sta facendo lui in campo, bensì quello che accade ...

Il Cagliari registra la fase difensiva e arrivano i risultati.
  La difesa ermetica è stata la svolta. Quando il Cagliari è riuscito ad incassare il minimo sindacale ha sempre centrato il risultato. La chiave di volta di questo improvviso cambio di marcia nel reparto arretrato è impersonificata nella condizione del colombiano Mina. È vero, un giocatore atipico, con quella sua andatura caracollante, sempre...

Cagliari, rimonta da sogno: quando il talento incontra il cuore rossoblù
La partita si apre con il Cagliari apparentemente deciso a dettare legge, ma basta un soffio perché l’equilibrio si spezzi. E chi se non Makoumbou, l’uomo dalle idee chiare quanto una bussola impazzita, poteva essere protagonista in negativo? Nel tentativo di controllare Pierotti, riesce a trasformarsi in una porta girevole: l’attaccante gli pa...

Web Project Sottorete e Sottorete Alghero inarrestabili: doppia vittoria a Castelsardo
  È stata una domenica di successi per il movimento pallavolistico targato Web Project Sottorete e Sottorete Alghero, protagonisti di due grandi vittorie nei rispettivi campionati. La Web Project Sottorete, impegnata in Serie D regionale, ha consolidato il secondo posto in classifica con una netta vittoria per 3-0 sul campo dell’ASD Maresport,...

Amatori Rugby Alghero Under 18: una vittoria di carattere a Sinnai
  Ripresa con brivido e gloria per l’Amatori Rugby Alghero Under 18, che strappa una vittoria sofferta ma fondamentale a Sinnai domenica 19 dicembre, imponendosi 14-12 in una partita giocata con il cuore e la grinta di chi punta in alto. La posta in palio era alta: la testa del campionato. I ragazzi di coach Matteo Toniolo hanno dimostrato di ...

Pugili iridati: cinture, troni e il peso della leggenda
  Il pugilato è un’arte nobile, una danza tra forza e strategia, che innalza uomini a eroi quando indossano quella cintura mondiale che li consacra dominatori assoluti. Sono pugili che fanno la differenza, capaci di spostare il proprio peso non solo sulla bilancia, ma anche nella storia, conquistando titoli in più categorie e affrontando rival...

L'opinione di Dambra: Cagliari-Lecce 4-1
  Dopo circa 3 mesi, il Cagliari torna a vincere in casa (l'ultima vittoria è datata 29/11/2024) e lo fa contro il Lecce conquistando 3 pt importanti in chiave salvezza. I rossoblù, adesso, sono a quota 21 pt e scavalcano proprio i salentini, il Parma (entrambi a quota 20) e il Verona che resta a 19 pt dopo il KO contro la Lazio. Per il momen...