Tutto e subito. È quello che amici e nemici vogliono da Alessandra Todde. Neo Governatrice della Regione Sardegna. Al capo del Partito Sardo d'Azione, Christian Solinas, si sono concessi 5 anni. In combutta con la congrega salviniana. Non per governare, ma semplicemente per devastare l'Isola. E i danni di quel Circo Magico ce li porteremo dietro per anni. Di molte nefandezze sentiremo parlare nelle cronache giudiziarie. Ma per la Todde (pentastellata) si reclama l'onnipotenza amministrativa e politica dopo appena tre mesi di lavoro. Ed a farlo non sono tanto i nemici (sarebbe nella logica) quanto gli "amici". Che già dopo qualche settimana sbuffavano dall'impazienza. Hanno cominciato i Progressisti con Luciano Uras, che pure avevano ottenuto il via libera alla ricandidatura di Massimo Zedda a sindaco di Cagliari.
Ora ci prova anche l'ex deputato ed ex consigliere regionale di origine DC, Roberto Capelli. Peraltro collegato a Luciano Uras. Capelli, concittadino (nuorese) della Todde, non è contento. E protesta a nome della Base, un movimento di poche anime entrato nel Campo Largo. La Todde ha vinto per miracolo sul Moloch della destra. Che ha potuto contare, a sinistra, dulla secessione di Renato Soru, nel nome del resuscitato (da lui) irredentismo dei sardi. Nonostante tutto la Todde ha vinto le elezioni. E bisogna esserle profondamente riconoscenti. Perché se dopo Solinas fosse arrivato Truzzu (FdI) per la Sardegna (lo dico con convinzione) si sarebbero aperti scenari nefasti.
Visti i precedenti di Truzzu da sindaco di Cagliari. La Todde, in questi 3 mesi, ha governato tra luci ed ombre. Come ho sottolineato con le mie note. Va aiutata, all'Interno della coalizione. Non combattuta. Lo dice l'assennatezza politica, lo suggerisce l'esiguità del tempo del suo percorso da Governatrice, lo impone la gravità della situazione che ha trovato, lo chiede la drammaticità dei problemi della Sardegna. Buona domenica.