Metrotranvia per Alghero: più logica, meno esperimenti a vuoto

  Il sistema di trasporto pubblico ad Alghero necessita di una linea efficiente che colleghi il centro città con l’aeroporto di Fertilia, ma la soluzione proposta dalla vecchia giunta regionale e dall’ARST, con il treno a idrogeno, appare quanto meno discutibile. Non è una questione di innovazione o progresso tecnologico, ma di buon senso e pianificazione adeguata. Mentre il treno a idrogeno viene spinto come “futuro green”, i cittadini si trovano a fare i conti con un progetto che non risponde realmente alle loro esigenze di mobilità e rischia di danneggiare l’area produttiva locale. 

  La riunione convocata ieri dal Sindaco a Santa Maria La Palma ha messo in evidenza ciò che molti algheresi ripetono da anni: il treno a idrogeno non è la risposta giusta. Quel progetto, voluto dall’alto, calato su Alghero senza che la città potesse realmente influire, prevede un tracciato che attraversa terreni agricoli, imponendo espropri e limitazioni sui terreni per ben 60 metri di sedime, a discapito di chi lavora e produce in quelle aree. Come sottolineato dai comitati cittadini, la scelta della metrotranvia sarebbe stata ben più adatta a collegare i punti nevralgici della città e dell’area metropolitana, senza dover obbligare un algherese a prendere l’auto fino alla stazione della Pietraia, parcheggiare e aspettare un treno per raggiungere l’aeroporto.

  Il treno a idrogeno, che sostituirà otto treni diesel con un costo di oltre 100 milioni di euro, ha tutte le caratteristiche di un esperimento che aggiunge costi senza migliorare la frequenza o la praticità del servizio. E allora, quale beneficio porta alla città? “Nessuno”, rispondono i cittadini e gli esperti. Per andare incontro a una vera transizione sostenibile servirebbe un sistema integrato, come la metrotranvia, che possa garantire un biglietto unico, una connessione rapida ed efficiente tra aeroporto e centro, e una vera accessibilità. Gli algheresi lo sanno bene, e lo chiedono da anni: una linea che colleghi Sassari, Alghero e Fertilia, con la possibilità di espandersi e integrarsi senza disagi. Dal 2021, ARST e Regione insistono sul treno a idrogeno, ma nessuno sembra ascoltare le voci di chi ha competenza sul territorio. Fin dall'inizio, agricoltori e residenti si sono trovati di fronte alla prospettiva di espropri e limiti sui loro terreni per un tracciato imposto. In una beffa che sa di paradosso, si rischia di vedere distrutte le aree verdi agricole della zona per far posto a un treno che, sotto il pretesto della transizione ecologica, danneggia ciò che rende questa terra unica. Non serve un esperimento da manuale: serve un sistema pratico e integrato, capace di rispondere alle esigenze della comunità, senza perdere il contatto con la realtà.

Cronaca

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